Un bel giro in bicicletta non poteva concludersi che con un lauto pasto, stavolta consumato alla griglia di Ubersetto.
C'ero stato circa un anno prima, ed ero rimasto piacevolmente colpito dalla qualità della carne, specialità di questo posto, che ne propone svariati tipi e tagli.
Mi ricordavo di una voce circa un cambio gestione, ma avevo pensato di essermi confuso con qualche altro posto, così ho proposto all'immancabile amico (Sick Nick, per la cronaca ) di sperimentare di persona se le cose erano cambiate.
Il locale non ha mutato assolutamente aspetto dalla mia ultima visita: un caseggiato di aspetto normale, affiancato da una tabaccheria ed un bar.
Parcheggiamo le bici ed aspettiamo che venga l'ora di entrare, mentre il fastidio dell'acido lattico viene alleviato da un tè freddo ristoratore.
A mezzogiorno preciso entriamo.
Il ristorante è ampio e completamente vuoto, a parte per un premuroso cameriere, che ci scorta immediatamente al tavolo, forse prendendosi un pò troppe confidenze (capisco che si è trovato davanti due ragazzi in tenuta da bici, ma non mi piace mai essere trattato da sconosciuti come se ci conoscessimo da una vita, tranne per rari casi di osti e gestori di trattorie tradizionali ).
I menù arrivano dopo poco, e rivelano una scelta vasta, soprattutto nella ciccia, che è proposta davvero in varianti peculiari.
Mentre scegliamo, Carlos (così mi è sembrato che si chiamasse il cuoco) accende un grande fuoco nel forno, alimentandolo con vari ceppi di legno e giornali, e presto la griglia è pronta a cuocere.
Dopo una certa attesa (il ristorante aveva aperto da pochi minuti e la cucina non era ancora pronta) ritorna il cameriere, chiedendo con zelo le nostre ordinazioni.
Sick Nick prende una gramignia con salsiccia, ed io opto per la fiorentina di Angus Irlandese (4€ all'etto, e ne prenderò sei etti).
Mentre spilucchiamo dei grissini ed un intero piatto di sottoaceti (stranamente portati come antipasto) vedo il cuoco che si cimenta con la griglia, ed estrae dal "cappello magico" un enorme blocco di carne, da cui taglia (con tanto di martello e scalpello!) un grosso pezzo, che va poi a mettere sulla bilancia.
Sei etti, perfetto.
Molto onesto il fatto che il cliente possa constatare di persona il peso della carne (al giorno d'oggi è molto facile, credo, incappare in incorreggibili furbacchioni ).
Il primo ed il secondo arrivano assieme e, devo dire, sono davvero belli già nell'aspetto.
La gramigna è abbondante e abbastanza gustosa (forse un pò troppo pannosa, mi fermerei a tre cappelli).
L'angus è veramente particolare, sia nell'apparenza, che nel gusto.
La fiorentina non è molto alta (due dita o poco di più), ed è a media cottura.
Peccato, l'avevo chiesta al sangue.
Nonostante non ami assolutamente mangiare carne rossa a livelli di cottura superiori, devo dire che sono rimasto piacevolmente impressionato dalla tenerezza della ciccia, che aveva peraltro un sapore deciso, succulento e molto intenso.
Ad accompagnare i nostri pranzi, arriva anche l'immancabile porzione di patate arrosto (gradevoli e non esageratamente "tamugne" ).
Con una bottiglia d'acqua, il conto in due risulta di 38 euro tondi, con due a testa di coperto e tre per un litro d'acqua (anche l'acqua, ahimè, sta diventando un bene di lusso).
Per adesso mi fermo a 3 cappelli: il cibo è buono, ma migliorabile, e soprattutto ho assaggiato solo una piccola parte di quanto è riportato nel menù, quindi non posso attribuire il quarto cappello a cuor leggero.
Tornerò sicuramente per una visita più approfondita, e magari orientandomi sui piatti di carne argentina proposti (del resto il cuoco si chiama Carlos ).
Consigliato, per ora.
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Rainman
Consigliato!
[Piggo]
13/07/2009
Mi rendo senz'altro disponibile per una visita più approfondita